"Fortune" del giorno:
Se qualcosa può andar male,
lo farà.
(Murphy)

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valnar_lizards
Più o meno funziona così...
Oct 30th, 2020
Dedicato a mia figlia, che ha giocato con le bambole e conosce cosa è un anodo e un catodo.
A mio padre e mia madre, che non mi hanno mai comprato un tutù.
E ai colleghi passati, presenti e futuri che guardandomi hanno visto e vedono un tecnico, bravo o mediocre, ma solo un tecnico.


Più o meno funziona cosi...

Hai circa 8 o 9 anni e ti regalano Ciccio Bello, ma tu sei solo piccola di età, mica sei scema, quindi lo capisci che è una bambola e che piange per qualche marchingengo interno e che se gli metti il ciuccio smette di piangere sempre per lo stesso marchingegno.
La verità è che tu vorresti SAPERE COME FUNZIONA il marchingegno nella bambola, ma la romperesti ed è costata così tanto.
Allora chiedi perchè smette di piangere quando gli metti il ciuccio e ti rispondono cose tipo: "Perchè sei la sua mammina e lui riconosce che ti stai prendendo cura di lui.".
Ma tu sai che sono menzogne. è una bambola di plastica, dentro c'è qualcosa che fa fare un suono e se gli metti il ciuccio finto, il suono si interrompe.
Ricorda l'interruttore della luce, ma quando lo dici ti rispondono: "Ma che dici! è il tuo amore di mamma che lo fa smettere di piangere.".

Ecco, a quell'età non lo sai ancora, ma più o meno comincia così la carriere in salita di una donna tecnico o scienziato o meccanico.
Comincia, è proprio il caso di dirlo, con una risposta del ca@@o.

Piano piano cominci a renderti conto di altre differenze.
Nell'uovo di Pasqua dei maschi trovi magnifiche costruzioni da realizzare e tu invece un braccialetto di plastica o di metallo che fa diventare subito il polso violaceo.
I maschi rompono le bambole e i genitori sorridono orgogliosi della loro curiosità.
Tu togli un braccio ad una Barbie e ti portano da uno psicologo dell'età evolutiva che diagnosticherà una sindrome strana e consiglierà di comprarti una nuova bambola.

Ti piace guardare tuo padre o tuo nonno che fanno lavori manuali. Adori la parte dove ti danno il pezzetto di legno da scartavetrare, ma arriva la mamma o la nonna che urla come un'ossessa perchè ti si rovina il "vestitino bello".
Vedi tuo cugino che costruisce un carrellino con cui si schianta lungo la discesa di un garage divertendosi da pazzo, ma quando prendi in mano le ruote per fartene uno simile, ti chiedono dove hai messo il cervello e perchè non giochi a "mamma e figlia".

Non parliamo poi dello sport!
Sei così riflessiva e ti innamori delle arti marziali, mentre tua madre ti aveva già comprato il set completo di tutù e scarpette da ballo e da mezze punte.
Vorresti andare in canoa o arrampicarti in montagna, ma ti propongono la ginnastica ritmica o il nuoto sincronizzato.
Alla fine decidi che forse il divano e la biblioteca sono gli sport che accontentano tutta la famiglia.

Finalmente arriva lei, l'età infame, che prova a darti la mazzata finale: adolescenti maschi e femmine. Capisci ora le differenze, quei giorni al mese, quelle curve che loro non hanno...ma come il ciclo possa inflenzare la tua riuscita o meno nella meccanica, la chimica o l'elettronica, continua a sfuggirti.

Ignori tutto e vai avanti come un caterpillar, ora sei adolescente e quindi sai di doverti battere col mondo intero e ti imponi con la scelta di una scuola "da maschi".

I genitori la prendono alla larga e ti confermanoi che non c'è niente di male nella tua naturale propensione per le materie tecnico-scientifiche. Ma aggiungono subito dopo che se tu facessi il liceo classico per poi andare ad insegnare italiano nelle scuole medie, sarebbe molto meglio rispetto al tuo ideale lavoro nel campo della robotica, perchè lo sai che è "UNA COSA DA MASCHI".

Perchè alla fine, chi prima o chi dopo, te lo diranno: "è UNA COSA DA MASCHI". Tu sei femmina, quindi TU stai facendo qualcosa di sbagliato. E non lo capisci proprio, a parte le differenze fisiche, perchè una cosa sia o non sia "DA MASCHI".

Ma ormai ti sei giocata la faccia su quella "scuola da maschi" e ci vai e ci andresti anche se non ti piacesse. E, mannaggia, a te invece piace. Non sei brava, di più, sei una sorta di leggenda. Perchè sei tra i pochi studenti che l'hanno scelta per passione, ma a te verrà solo riconosciuto l'handicap da femmina.
Siete una manciata di femmine in quella scuola e come tutte le tue coetanee tu hai una "migliore amica", ma peggio che mai! Questa normalità turba la famiglia e gli amici che cominciano a chiedersi se i tuoi interessi sessuali non siano anche quelli "DA MASCHI".

Anche la socializzazione a scuola segue un metodo tutto suo.
Per non soccombere, devi "diventare una di loro", ma il problema è che spesso sei più brava di loro e la loro virilità si sente ferita.
Allora utilizzi "arzigogoli" tipo mortificare la tua femminilità, la sopprimi, la nascondi. Vorresti scioglierti quando vedi il tuo compagno di scuola di cui sei innamorata fin dal primo giorno, ma invece lo ignori, lo tratti da "compagno" e lui ti racconta tutte le sue storie e tu vorresti morire.
Poi fingi di avere bisogno dell'intervento del professore che ti aiuti per far funzionare un circuito elettronico che tu potresti disegnare e realizzare anche bendata e sott'acqua, ma questo rassicura il tuo interlocutore e lo rende più disponibile ad accettarti come suo pari.

Dopo aver sviluppato queste strategie, le fai diventare parte di te e diventano così innate che gli altri non le percepiscono più come esterne. Cominciano quindi i complimenti "SEI BRAVA COME UN UOMO", "è UNA FEMMINA CON LE PALLE", "NONOSTANTE SIA UNA FEMMINA RIESCE AL PARI DEI MASCHI".

A quel punto, a quell'età, hai già capito la tua vita futura: su una scala da 1 a 10, tu dovrai valere sempre 13 per poter competere con un uomo, anche se fosse mediocre.

Ma quello che fai lo ami troppo per lasciarlo sul tavolo della mortificazione e quindi vai oltre. Inutile dire che i tuoi voti di uscita a scuola e all'università sono da sballo, ma ti aggiudicano una femminilità distorta. Le persone si chiedono come fa una a parlare della legge di Ohm e al contempo guardare le vetrine piene di vestiti e di scarpe, sono evidentemente incompatibili.

Poi ti affacci al mondo del lavoro, mandi CV e quando ti presenti al colloquio di lavoro, siccome non possono chiederti "Scusi, lei è lesbica?", allora ti fanno domande tipo:"Ma se lei incontrasse l'uomo della sua vita e decidesse di fare un figlio, cosa sceglierebbe, il figlio o la sua azienda?".
E tu vorresti alzarti dalla sedia, impugnarla dallo schienale e sbatterla in faccia all'idiota (maschio o femmina, perchè gli idioti, si sa, non hanno sesso) che ti ha fatto una simile domanda, ma non puoi. Allora cerchi di renderti amabile, fai un sorriso e sguardo da cerbiattona, quando vorresti azzannarli alla giugulare e provi con risposte altrettanto idiote tipo:"Non ho nemmeno 19 anni...non so rispondere.".
In realtà la risposta da dare sarebbe:"PATENTATO IMBECILLE CHE NON SEI ALTRO, SE IO AVESSI UN DIVERSO APPARATO RIPRODUTTIVO TU MI CHIEDERESTI LA STESSA BOIATA?".

Alla fine ti prendono sulla fiducia, sei troppo brava per lasciarti per strada, ma ti fanno fare i lavoretti di contorno, non ti mettono sui progetti per cui hai studiato, pensando di farti un favore, pensano che il tuo studio e la passione siano stati un mero incidente di percorso.

Non ti chiedono di preparare il caffè solo perchè temono i sindacati, ma cavolo, lo farebbero senza troppo pensarci. Tu marci a testa bassa, sopportando. Eppure alla fine anche loro si arrendono. Sei brava e ti devono far fare quello che sai fare meglio della maggior parte di loro. E tu sei più brava non per virtù o talento, ma solo perchè quando loro possono andare a rilassarsi e bere una birra, tu devi studiare ancora e ancora e perchè ti massacri a fare e rifare le cose 100 volte per avere il controllo di tutto. Sei più brava perchè tu non puoi fare errori. Perchè l'errore di un uomo, in un lavoro da "MASCHI", è una sbadataggine.
L'errore di una donna su un lavoro da "MASCHI" è "TE LO AVEVO DETTO CHE ASSUMERE LE DONNE NON VA BENE. NON SONO PORTATE PER LE SCIENZE! LE DONNE SONO PORTATE PER LE MATERIE UMANISTICHE, SI SA. INFATTI DA BAMBINE PREFERISCONO LE BAMBOLE.".

E tu vorresti gridarlo: "NON è VERO!!! Non le preferiamo, CE LE IMPONETE! Non lo volevo quel cretino di Ciccio Bello! Io volevo il meccano e le costruzioni, volevo giocare coi bulloni, perchè sono belli e divertenti e sono rumorosi, i cacciaviti sono attrezzi fichissimi e far accendere una lampadina ti fa sentire un Dio. Ma voi ci date in mano una bambola e noi dobbiamo ninnarla e se la bambola non smette di piangere voi ci taccerete per tutta la vita di essere donne di serie B. Se non impariamo a cucinare saremo delle fallite anche se diventassimo Presidenti degli Stati Uniti d'America. Se non ci piacciono le Barbie e il nostro obiettivo non è essere come loro, allora siamo delle reiette. QUESTA VOI LA CHIAMATE "PREDISPOSIZIONE"! Invece mentite sapendo di mentire. è subCULTURA!"

Vorresti gridarlo, ma non lo fai. Perchè ci tieni al tuo lavoro, anche se te lo mortificano, anche se è da maschi. Anche se ti pagano di meno, non si sa perchè. Anche se la tua carriera è bloccata perchè ti riproduci o, se non lo fai, comunque potresti farlo.
Anche se per farlo devi sopportare di spendere la maggior parte del tuo tempo a sentir parlare di tette da sesta misura in su, prestazioni sessuali improbabili e culi di donne.

E tu continui e vai avanti e alla fine ti fai una corazza, ti vesti di una maschera che non ti appartiene per proteggerti dai complimenti che non sono realmente tali o dagli approcci che non vorresti. Sai che puoi contare solo su di te e che quanto vali te lo devi dire da sola perchè nessuno mai capirà fino in fondo quello che hai passato e quello che passi ogni giorno.

Avrai un compagno forse, una famiglia forse, figli forse. Saranno al tuo fianco, ma non capiranno mai davvero quello che tu racconti e che visto da fuori fa ridere, ma a te esaurisce le energie.

Capirà solo un'altra come te.
Se ti capiterà di incontrarla vi capirete al volo, subito, con una girata di sguardi.
Leggerai nei suoi occhi i tuoi stessi oltraggi, le battaglie perse, le umiliazioni subite, le ingiustizie e le incomprensioni.
Ma ci leggerai anche il guizzo di felicità di chi ce l'ha fatta, ha inseguito un sogno e ce l'ha tra le mani, lo sente parte di sè e della propria soddisfazione.
Troverai lo sguardo fiero di chi ha scalato una montagna e ora guarda il panorama.

E in quel momento, quando quello sguardo incontrerà il tuo, in quell'istante preciso di rara, ma autentica e profonda comprensione, la solidarietà vi farà sorridere e dire dentro di voi:

"FOTTITI, Ciccio Bello!"




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